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Economia – LibereScelte.it

Editoriale di Angelo Todaro – Energie rinnovabili in Europa , entro il 2030: incisiva crescita fino ad una quota del 35% . Quanto chiediamo alle istituzioni Europee . Il nuovo obiettivo potrebbe essere raggiunto aumentando l’elettrificazione dei trasporti e del settore del riscaldamento , insieme alla ridefinizione di un mercato dell’energia elettrica più adatto alle energie rinnovabili .  L’Unione Europea , a mio avviso dovrebbe fare un cambio di passo sulle rinnovabili , salendo al almeno il 35% della quota dei consumi , non puntando più sul sistema degli incentivi che ha mostrato tutti i suoi limiti , ma su contratti a lungo termine . E sullo spostamento sull’elettricità dei trasporti e una maggiore efficienza dei consumi domestici . Se questa proposta verrà accettata , potranno riprendere gli investimenti del settore , nel quale il fondo EFSI del Piano Juncker potrebbe cominciare a giocare un ruolo . Quindi spostare sul vettore elettrico molti dei consumi alimentati con i combustibili fossili . Spostare inoltre sull’elettricita consumi come quelli dei trasporti che pesano per il 30% delle emissioni di Co2 . Rinunciare a puntare in questo momento sulla mobilità elettrica , si rischia di far perdere competitività e ci troveremo spiazzati tra dieci anni , come è già successo nel passato per altri settori . “ 
Author: liberescelte
Posted: November 9, 2017, 8:04 pm
Abbiamo 5 milioni d’arretrati. Le multe che Bruxelles ha emesso nei confronti della Regione Siciliana riguardano le discariche siciliane non bonificate e sono riferite a ben 11 siti per cui l’Europa chiede una sanzione di 2,4 milioni ogni sei mesi dal primo semestre 2015 fino ad arrivare ad un conto finale di 5 milioni. Le discariche morose ed abusive oggetto delle sanzioni sono: San Filippo del Mela, Cerda, Priolo, Cammarata, Mistretta, Racalmuto, Monreale, Siculiana, Paternò, Augusta, Leonforte. Comuni questi che non hanno soldi per pagare le multe europee. Il conto non lo salda neanche la Regione Siciliana ed, così il Ministro dell’Economia è costretto ad intervenire per sopperire le carenze finanziarie pagando i bollettini europei per conto della Regione. Nei giorni scorsi, il Ministero dell’Economia ha recapitato ai comuni siciliani e alla Regione – responsabili della mancata bonifica – il sollecito per avere indietro i soldi anticipati per saldare le prime due rate pagate a Bruxelles. Una lettera di accompagno al sollecito a firma Padoan mostra tutto lo sgomento nel dover mettere quasi sempre le pezze ad una Regione spendacciona. Poi, prima o poi a giudicare dai precedenti, partiranno le bonifiche. Con quali soldi? Con i fondi Europei. Ovviamente!
Author: liberescelte
Posted: October 26, 2016, 2:07 pm
Negli ultimi anni sempre più sono i giovani, e non solo, che decidono di mettersi in fuga dall’Italia. Migliori condizioni di vita, maggiori diritti e svariate possibilità lavorative: queste le motivazioni più frequenti che spingono a varcare i confini del nostro Bel Paese. Ma ciò che lascia riflettere riguarda la sempre crescente quota di pensionati che decide di spostarsi in un altro paese, dove il costo della vita è più abbordabile. Nell’ultimo quinquennio, infatti, il flusso degli italiani che hanno deciso di andare a vivere all’estero è aumentato del 77,3%, arrivando lo scorso anno a superare le 107mila persone. Il 21% di questi sono under 30 che si trasferiscono per motivi di studio e lavoro, ma in aumento è anche la quota di pensionati che decide di lasciare l’Italia. Nel 2014 sono stati il 65% in più rispetto all’ anno precedente. “E’ opportuno arrestare questa emigrazione – ha affermato in merito Angelo Todaro, Presidente Rete Civica Nazionale. Gli anziani sono un grande esempio per le nuove generazioni e non devono essere “rottamati”, dopo aver donato tanto al nostro Paese. L’Italia deve restituire loro ciò che ha ricevuto negli anni dall’impegno e dal lavoro di questa vasta parte di popolazione”. Tra le mete più gettonate si inseriscono le isole Canarie (con un regime fiscale ridotto rispetto alla media UE), la Bulgaria (paese con imposte tra le più basse del continente) ed il Portogallo (che ha deciso di investire sugli stranieri, decidendo di non far pagare loro le tasse per 10 anni). Così, l’aumento dell’immigrazione degli italiani verso nuovi lidi ha determinato la nascita di agenzie specializzate nell’affiancare e supportare coloro che decidono di trasferirsi all’estero. Nascono, dunque, i primi operatori che offrono il trasferimento dei pensionati “chiavi in mano”. Prima di decidere di partire, infatti, è bene reperire tutte le informazioni necessarie per organizzarsi una nuova vita al fine di evitare spiacevoli sorprese!    
Author: liberescelte
Posted: September 22, 2016, 3:43 pm
Situazione esplosiva a Palermo sulla questione del precariato. Per fare chiarezza, noi di Rete Civica Nazionale abbiamo intervistato alcuni dei lavoratori scesi in piazza nei giorni scorsi. D.: Il problema del precariato in Italia è sempre crescente. Sa descriverci la situazione in Sicilia? R.: La situazione di precariato in Sicilia non ha fatto altro che accumulare negli ultimi anni un contenitore di lavoratori che non sono stati tutelati né dalla politica né dalle leggi, tanto da non permettere nessun tipo di stabilizzazione duratura nel tempo. Quindi, tutti coloro che sono destinatari di contratto, oggi, hanno un destino incerto e saranno portati a chiudere ogni tipo di rapporto entro il 31 Dicembre 2016 – stando a quanto dettato dalla legislatura attuale.  La situazione complessiva presenta una condizione di paralisi che coinvolge tutti i livelli istituzionali: il Governo Nazionale, quello Regionale e gli Enti locali siciliani. Questa condizione di “stallo” è stata aggravata dalla scelta politica operata dalla Regione siciliana di “congelare” dalla disponibilità alcune somme in Bilancio 2016 destinate agli Enti locali, che potevano essere utilizzate dagli stessi anche per la proroga e/o un possibile percorso di stabilizzazione. D.: Quali sono, secondo lei, le motivazioni che hanno portato alla situazione di precariato che caratterizza il nostro Paese? Tra le cause, in questi giorni, si sta facendo riferimento ai cosiddetti “voucher”: questi “buoni lavoro” che danno hanno arrecato al mondo dei lavoratori precari? R.: Se questi buoni lavoro avessero avuto un inizio ed una fine ognuno di noi avrebbe avuto un percorso sicuramente diverso che avrebbe dato vita alle cosiddette “professionalità”. Ad oggi i voucher rientrano in un sistema di promesse non mantenute, provocando disagi ed incertezze future. D.: Quali riforme – dall’esperienza di chi vive il precariato in prima persona – potrebbero essere proposte per favorire l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro? R.: E’ necessario fare chiarezza nelle norme. Si tratta di soggetti che da 25 anni lavorano all’interno degli enti, percependo stipendi, versioni contributive, senza alcun interruzione di rapporto di lavoro. Questi soggetti vanno – dunque – stabilizzati.   Concludendo, è necessario sottolineare che a contribuire a creare questa situazione sono stati i Comuni: quale datore di lavoro sarebbe interessato ad assumere se c’è una terza persona che finanzia tali lavoratori. Fin quando la regione finanzierà, nessun comune sarà interessato ad investire per assumere questi lavoratori.
Author: liberescelte
Posted: September 21, 2016, 1:20 pm
L’Italia non cresce da venti anni. Perché questa battuta d’arresto? Ebbene, il nostro paese è caratterizzato da un modello industriale basato su settori maturi e piccole imprese, incapace di sottrarsi alla concorrenza dei paesi emergenti. Abbiamo, inoltre, una pubblica amministrazione medievale che distrugge risorse ed, infine non possiamo più utilizzare strumenti di compensazione come i sussidi pubblici a pioggia e soprattutto le svalutazioni del cambio. “Quando si vive in un sistema in cui tutto deve essere disciplinato e dove tutti debbono ottenere permessi, licenze e autorizzazioni, la corruzione sarà fatale – ha affermato Angelo Todaro, Presidente Rete Civica Nazionale. In Italia, infatti, per aprire un’attività commerciale occorrono oltre sessanta autorizzazioni e timbri diversi; per far partire un cantiere edile si sfiorano i tre anni; per costruire impianti energetici le sopra intendenze e le Regioni eserciscono la patria potestà. In un quadro siffatto – conclude il Prof. Todaro – la mazzetta e’ sempre dietro l’angolo. Lo statalismo, dunque, fa l’uomo ladro”. Il nostro paese è ormai caratterizzato da un’economia duale: da un lato compare, un settore terziario pubblico e privato inefficiente ma protetto dalla concorrenza cinese; dall’altro un settore manifatturiero sottoposto a una concorrenza feroce sui mercati.
Author: liberescelte
Posted: September 21, 2016, 8:24 am
Il decreto sugli incentivi alle FER non fotovoltaiche, in ritardo di quasi un anno e mezzo, sembra essere finito in un vicolo cieco. A nulla sono valsi gli appelli per una rapida pubblicazione lanciati nei giorni scorsi dagli imprenditori del settore al MiSE. Dopo un iter travagliato il provvedimento potrebbe addirittura non vedere mai la luce. L’incertezza sta spingendo molte aziende italiane a investire all’estero, puntando su mercati più favorevoli per le rinnovabili. Una fuga di tecnologie, investimenti e competenze che rischia di far arretrare l’Italia dai risultati positivi raggiunti negli anni scorsi. Le speranze del settore ora sono tutte riposte nel prossimo decreto, che dovrà disciplinare gli incentivi dal 2017 e per almeno un triennio.     prof. Angelo Todaro
Author: Redazione
Posted: June 9, 2016, 11:08 am
Per garantire la sicurezza energetica l’Unione Europea sta puntando eccessivamente sul gas, trascurando le potenzialità dell’eolico offshore. Al momento in Europa la capacità eolica offshore installata ammonta a 11 GW, meno di un decimo dei 131 GW raggiunti dall’eolico onshore. Il primato spetta alla Gran Bretagna e alla Germania, che detengono rispettivamente una quota del 46% e del 30% del mercato europeo. L’industria eolica offshore europea sostiene che la fonte rinnovabile nel giro di un decennio riuscirà a competere con le tecnologie fossili più all’avanguardia… Il settore è già a buon punto per centrare i target di riduzione dei costi prefissati. Grazie all’eolico offshore l’Europa potrà contare su un approvvigionamento affidabile e raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione dell’industria energetica. Entro il 2025 l’eolico offshore in Europa costerà non più di 80 euro per MWh e sarà dunque in grado di competere con il carbone penalizzato dalla carbon tax e con il gas, che viene in larga parte importato. In Gran Bretagna l’eolico offshore sarà più competitivo persino del nucleare. I traguardi illustrati potranno essere tagliati soltanto se i leader europei assicureranno un quadro normativo più stabile alle energie rinnovabili. Le preoccupazioni che ci sono dipendono dagli scenari che si apriranno nel 2020, quando scadranno i termini fissati per raggiungere il target del 20% di energie rinnovabili nel mix energetico. Alcuni Paesi vorrebbero fissare subito nuovi target, altri come il Regno Unito si oppongono e tentennano. Il mercato energetico obbedisce a regole che non ammettono ripensamenti e incertezze. I produttori devono programmare con largo anticipo gli investimenti per il post-2020, perché la progettazione e la costruzione di nuovi impianti richiedono diversi anni. Per stilare un piano industriale occorre conoscere il quadro legislativo ed economico in cui si andrà a operare e in Europa al momento mancano le condizioni ideali per il mercato dell’eolico offshore. Le compagnie chiedono pertanto alle autorità UE di intervenire per ribaltare il quadro a favore dell’industria eolica: I legislatori europei e i leader degli Stati membri devono avere una visione chiara dell’industria dopo il 2020, con leggi forti in grado di far dormire sonni tranquilli agli investitori. Senza il sostegno dei Governi anche nei Paesi come il Regno Unito, che dominano il mercato eolico europeo, difficilmente verranno realizzati nuovi impianti eolici onshore. Il mercato è in stallo per via della carenza di siti idonei e di incentivi adeguati. Nel Regno Unito le aree più esposte ai venti sono già state sfruttate dalle grandi compagnie. Il potenziale dell’eolico offshore è invece ancora tutto da esplorare. Ciononostante molti grandi progetti sono in stallo per l’incertezza normativa e i costi esosi.   prof. Angelo Todaro
Author: Redazione
Posted: June 9, 2016, 11:06 am
Sottili come un atomo, flessibili e stabili, il grafene e i materiali “suoi cugini” sono la chiave per rendere più efficiente la produzione di energia nel futuro: dalle batterie alle celle solari, fino all’immagazzinamento dell’idrogeno. È quanto emerge dalla rassegna pubblicata sulla rivista “Science” dal gruppo coordinato dell’Istituto Italiano di Tecnologia (lit) e dell’lit e dell’università britannica di Cambridge. La “somiglianza di famiglia” che accomuna il grafene e i suoi “cugini” è nell’avere soltanto due dimensioni. Grazie a questa caratteristica tutti questi materiali hanno una superficie molto vasta che permette di immagazzinare una grande quantità di energia. Un grammo di grafene se esteso copre 2.600 metri quadrati. Grazie anche a questa proprietà, il grafene e i suoi “cugini” potranno rendere più efficienti le batterie al litio e i super capacitori, ossia dispositivi che accumulano e rilasciano energia. Uno dei prototipi più avanzati in questo campo è un alimentatore per telefoni cellulari che potrebbe arrivare sul mercato già tra qualche mese. Fra qualche anno potrebbero arrivare invece le prime batterie al litio basate sul grafene capaci di immagazzinare più energia rispetto a quelle attuali. Altre potenziali applicazioni potrebbero arrivare da altre caratteristiche dei materiali a due dimensioni. Alcuni, per esempio, sono dei semiconduttori. Hanno una conducibilità elettrica che può essere regolata dall’esterno e ciò è importantissimo per il fotovoltaico e l’elettronica. Questi materiali possono anche essere combinati con il grafene per immagazzinare l’idrogeno in modo più sicuro perché questo gas può esplodere durante il trasporto. Ad esempio, si potrebbero realizzare contenitori simili a spugne, capaci di separare le molecole di idrogeno rendendole più stabili per il trasporto. Il grafene è anche una promessa per il fotovoltaico. Secondo Todaro, presidente Todaro Group, “le applicazioni non sono ancora vicine: il principale ostacolo è il prezzo troppo basso delle attuali celle in silicio e nelle sperimentazioni in corso con i nuovi materiali non si ottiene ancora un’efficienza tale da giustificare un prezzo così alto. I costi del grafene però – aggiunge Todaro – si stanno abbattendo e il materiale consente applicazioni impossibili per il silicio: come pannelli fotovoltaici trasparenti e flessibili da usare in finestre che producono energia”.     prof. Angelo Todaro
Author: Redazione
Posted: May 30, 2016, 3:26 pm
L’intervento per le quattro banche in crisi è stato fatto “in via d’urgenza”. Non parlo del risarcimento dei 13.000 risparmiatori rimasti in trappola con circa 450 milioni di euro di obbligazioni subordinate, ridotte a carta straccia dalla decisione, presa da governo e Banca d’Italia di creare quattro nuove banche al posto di Banca delle Marche, Popolare dell’Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara, Carichieti. I risparmiatori stanno ancora aspettando di sapere se e quando potranno riavere una parte dei soldi che avevano “prestato” comprando le famigerate obbligazioni. Intanto però la Banca d’Italia ha aggiudicato gli appalti per l’affidamento in via d’urgenza dei servizi di consulenza relativi alla collocazione sul mercato cioè alla vendita di Nuova Banca dell’Etruria, Nuova Banca delle Marche, Nuova Cassa di risparmio di Ferrara e Nuova Cassa di risparmio di Chieti. I consulenti ingaggiati sono tre. Lo studio Chiomenti farà la consulenza legale per 95 mila euro oltre Iva; la consulenza “strategica” è stata affidata alla società Oliver wyman, l’unica ad aver presentato un’offerta per 480 mila euro oltre iva prezzo che coincide con il valore inizialmente stimato per l’appalto. L’incarico più redditizio è per i servizi di “advisory finanziario” il valore stimato inizialmente era di sette milioni. Solo due le offerte presentate. Banca d’Italia ha aggiudicato l’appalto per 2.698.200 di euro oltre iva alla francese Societè Generale, il cui presidente è l’economista fiorentino Lorenzo Bini Smaghi, già componente dell’esecutivo della BCE fino al 2011. A parte, ci sono gli incarichi per le valutazioni contabili delle quattro banche aggiudicati a Bdo Italia, Deloitte e Kpmg per complessivi 933.675 euro. Quella che è stata una tragedia per i risparmiatori è un’opportunità di guadagno per i consulenti. prof. Angelo Todaro
Author: Redazione
Posted: May 23, 2016, 7:22 am
L’Italia è un paese di imprenditori su questo non ho dubbi. Mi rendo anche conto che l’imprenditorialità si sta impoverendo specie nelle nuove generazioni. Il motivo: l’anti-impresa che va fermata assolutamente. Il sentimento dell’anti-impresa regna sovrano nella nostra classe politica che fa di tutto e di più per farlo restare vivo. Metà delle aziende chiude prima di sette anni. Quali azioni mette in campo la politica per la formazione? Nessuna. Anzi, la politica crea degli ostacoli come tasse elevate, eccesso di burocrazia, difficoltà di accesso al credito. Ritengo che per uscire dalla crisi l’Italia dovrebbe ritornare ad essere seriamente un paese di imprenditori per poter traghettare la nostra economia nel futuro.     prof. Angelo Todaro
Author: Redazione
Posted: April 11, 2016, 7:50 am